Non erano del tutto campati in aria i timori di singoli economisti in Croazia, secondo i quali, come già accaduto all'epoca dell'ex Jugoslavia, il blocco dei prezzi di alcuni generi di prima necessità, avrebbe comportato la rapida sparizione degli stessi dagli scaffali dei negozi con conseguenti penurie. Soltanto le grandi catene commerciali sembrano non risentire dei provvedimenti governativi con i quali è stato congelato se non ridotto il prezzo di nove generi alimentari considerati essenziali, tra i quali il latte a lunga conservazione, l'olio di semi di girasole, la farina, lo zucchero, la carne macinata... I piccoli negozi già mostrano segni di sofferenza e in singoli casi hanno già ridotto la vendita dello zucchero a 2 chilogrammi per consumatore. Secondo i commercianti il blocco dei prezzi li costringe a lavorare in perdita. Alcuni esercenti hanno persino ritirato dagli scaffali i prodotti i cui listini sono stati congelati. Le autorità sono consapevoli dei problemi e così nei negozi sono stati sguinzagliati gli ispettori, per controllare in particolare il rispetto della decisione con cui sono stati limitati i margini di guadagno dei commercianti sulla vendita dei generi alimentari considerati essenziali. Il governo, comunque, non deve tenere grossi contraccolpi politici a causa dei possibili scompensi sul mercato, in quanto la decisione di congelare i prezzi dei generi di prima necessità ha incassato il sostegno dell'opposizione.
Dario Saftich (La voce del popolo)