Foto: Klemen Premrl
Foto: Klemen Premrl

È la terza volta che i due enti svolgono la ricerca sulle idee e posizioni giovanili, ricerca eseguita anche in altri paesi dell’area balcanica e che analizza le aspettative di quella fetta di popolazione che va dai 14 ai 29 anni. Per quanto riguarda la Croazia, rispetto ai dati raccolti nel 2012 e nel 2018, è in aumento la percentuale di quanti vedono il loro futuro in un altro paese. Nella graduatoria dei problemi della società, al primo posto la paura di rimanere disoccupati e la corruzione, anche se, paradossalmente, è in calo la percentuale di quanti pensano che le conoscenze siano decisive nel trovare occupazione ed è in aumento quella che collega l’impiego all’istruzione e alla professionalità. Rispetto a sei anni fa, è in lieve crescita il numero dei giovani che vive indipendentemente (si è passati dal 4% all’11%) o con il partner (19%) ma rimane al 51% la fetta di quelli che vivono ancora con i genitori. E se nel 2018 solo il 6% dichiarava di non pianificare matrimonio e figli, ora l’idea è condivisa da più del 23%.
I dati dimostrano invece un maggiore interesse nei confronti della politica mentre c’è un’erosione nella fiducia nei confronti di esercito e polizia ma soprattutto verso mass media, chiesa e sindacati. Registrate posizioni lievemente più liberali rispetto a temi come aborto e omosessualità anche se persiste un orientamento antidemocratico in una grande parte degli intervistati con il 30% pronto a sacrificare libertà civili per difendersi dal terrorismo o per assicurarsi uno standard di vita migliore. Come sei anni fa addirittura il 18% è pronto a sostenere, in alcune circostanze, un regime dittatoriale. Da segnalare, infine, che in questi ultimi sei anni è aumentato il numero di quanti hanno subito però una forma di discriminazione dovuta all’orientamento sessuale, religione, povertà o altro. Nel 20% dei casi è collegata all’appartenenza nazionale.