Un avvenimento verificatosi solo nel 1941 quando il censimento della cittadinanza fu rinviato a causa della seconda guerra mondiale. A ottanta anni di distanza ci ha pensato il Covid e la difficile situazione epidemiologica a far slittare un appuntamento decennale che è - come ha dichiarato tempo fa il ministro alle finanze Zdravko Marić - di capitale di capitale importanza per la pianificazione qualitativa dello sviluppo sociale, economico e demografico. Avvio previsto il primo aprile, la raccolta dei dati si sarebbe dovuta concludere il 7 maggio prossimo, con un primo termine riservato al cosiddetto censimento elettronico e ai cittadini disponibili a certificare i dati tramite sistema digitale ed una seconda parte destinata invece alle rilevazioni classiche da casa a casa, da famiglia a famiglia. “La situazione epidemiologica è un motivo valido per il rinvio della raccolta dei dati poiché i rilevamenti vanno fatti in modo preciso” dicono gli esperti giustificando la decisione dell’Ufficio nazionale di statistica. Per il momento nessuno sa rispondere fino a quando precisamente sarà rinviato l’appuntamento mentre ai critici, che avrebbero visto di buon occhio almeno l’attuazione del censimento elettronico, gli esperti rispondono che questo avrebbe portato ad errori metodologici visto i termini di risposta ai questionari. Da segnalare infine, sono sempre gli esperti a dirlo, che il momento migliore per i censimento arriverà quando la pandemia sarà sconfitta. lpa
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