Nono giorno di scuola a distanza in Croazia. Bambini, genitori, ma anche i maestri in questo periodo hanno dovuto abituarsi a nuove modalità di lezione. Oltre alle trasmissioni in Tv, gli insegnanti inviano di giorno in giorno i programmi delle diverse materie da svolgere a casa.
Come ci hanno dichiarato alcuni presidi delle scuole italiane ogni insegnante ha cercato di organizzarsi al meglio per lavorare con i propri alunni. Per le classi inferiori c'è chi ha creato un gruppo Viber, altri invece caricano i materiali su Google drive. Si comunica anche via Facebook. I maestri inviano testi, schede, esercizi e anche video ai ragazzi che lavorano da casa. Poi è impegno dei genitori inviare le foto dei compiti fatti.
Le classi superiori si appoggiano all'applicazione Microsoft Teams: ogni capoclasse ha creato la sua classe virtuale e si seguono le materie secondo orario scolastico. In questo modo si lavora, si chatta, si comunica con l'insegnante che per tutta la durata dell'ora di lezione è collegato, proprio come se si fosse in aula.
“Per noi è molto importante avere un feedback da parte dei ragazzi” ci dice Katia Sterle, preside della “Edmondo De Amicis” di Buie. “Quello che conta, infatti, è riuscire a comunicare con loro; in questo modo i docenti, noi presidi e anche gli psicologi riusciamo a vedere chi è attivo, a spronare chi non lavora ma soprattutto a risolvere i problemi laddove se ne presentino. Spesso si tratta di intoppi tecnici: abbiamo provveduto ad assicurare il collegamento internet ad uno studente che non lo aveva; ad un altro abbiamo prestato il tablet della scuola perché aveva il computer fuori uso mentre il professore di informatica è intervenuto per aiutare alcuni alunni a far funzionare i nuovi programmi. In questo modo siamo sicuri che tutti i nostri ragazzi possano seguire le lezioni.”
Dopo questo primo periodo di lezioni a distanza, anche il ministero dell'istruzione fa il punto della situazione: rilevato uno squilibrio tra insegnanti - alcuni troppo permissivi, altri invece eccedono con compiti ed esercizi assegnati. Sarà compito del dicastero cercare di risolvere questa situazione, come pure le modalità di valutazione. Per il momento infatti, niente voti ma ad inizio aprile le scuole riceveranno le direttive su come valutare il lavoro degli alunni.
I presidi delle scuole CNI confermano: in queste prime settimane non ci sono state valutazioni. Si è dato il tempo agli alunni, ma anche agli insegnanti stessi, di abituarsi alle nuove condizioni di lavoro. Per il momento, ci dicono gli interpellati, non si hanno ancora notizie su come potrebbero essere assegnati i voti. Probabilmente si cercherà di fare test o interrogazioni individuali in videoconferenza e soprattutto di dare maggior peso a lavori di ricerca e tesine. In questo caso, ci dicono, la valutazione non sarà semplice, perché non si potrà essere sicuri al cento per cento che non ci sia stato l’aiuto dei genitori.
Tra le molte incognite da risolvere pure quella riguardante le iscrizioni alle prime classi elementari. Le verifiche di idoneità avrebbero dovuto svolgersi dal 31 marzo al 15 aprile, ma vista la situazione, il tutto potrebbe venir posticipato nei mesi estivi.
La preoccupazione più grande rimane quella per gli studenti che quest'anno dovranno affrontare la maturità. Se diversi paesi europei hanno rimandato gli esami, in Croazia per il momento si resta fedeli al calendario stilato a settembre secondo il quale la prima prova dovrebbe svolgersi il 16 maggio. Il ministero fa sapere che al momento si stanno valutando alcuni piani di riserva nel caso in cui l'evolversi dell'epidemia costringesse a posticipare o addirittura annullare gli esami. Intanto anche la matura approda in tv: prevista per sabato mattina la prima trasmissione dedicata agli studenti delle ultime classi delle medie superiori.
Jessica Acquavita