Causa il coronavirus, quest’anno il Gay pride o corteo dell’orgoglio di Zagabria, giunto alla 19.esima edizione, era meno affollato del solito. I partecipanti, stimati in alcune centinaia di persone della Comunità LGTB, in prevalenza omosessuali e bisessuali, si sono dati appuntamenti in Piazza San Marco, dinanzi ai palazzi del Sabor, del Governo e della Corte costituzionale per sfilare poi per le vie del centro cittadino. Lo slogan era "La libertà all’interno e fuori dalle mura domestiche”, in altri termini chiedevano l’uguaglianza di tutte le famiglie, garantita dalla costituzione. Sui cartelli c’erano scritte come "Senza divisioni tra rosa e azzurro", "Persone diverse ma stessi diritti". Numerose le bandiere con i colori arcobaleno. Nel corteo, che si è svolto senza incidenti, c’erano per lo più persone appartenenti alle giovani generazioni. Ogni tanto gli organizzatori si vedevano costretti a intervenire per far rispettare la distanza di sicurezza tra i partecipanti.
Sul piano economico - politico si succedono gli scossoni causati dallo scandalo relativo alla compagnia Janaf - l’Oleodotto adriatico di cui lo stato è proprietario di maggioranza. Ebbene per il suo direttore Dragan Kovačević e altre 9 persone è stata disposta la carcerazione preventiva di un mese. Dello stesso provvedimento il giudice deciderà per due deputati coinvolti nelle indagini, uno dell’Accadizeta e l’altro socialdemocratico. I reati contestati rientrano nella sfera della corruzione e del favoreggiamento negli appalti. La stampa croata riporta le foto in sequenza di uno dei sospettati mentre va in banca per prelevare dal suo conto 250.000 euro per portarli a Dragan Kovačević in cambio dell’appalto. E sono pubblicate le foto delle lussuose ville di alcuni di loro mentre emergono anche intercettazioni telefoniche su incontri piccanti con belle ragazze.
Valmer Cusma