La sicurezza in Europa non poggia più su basi solide dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e l' Accadizeta, il partito guida della coalizione di maggioranza, sta prendendo in seria considerazione la possibilità di reintrodurre la leva militare obbligatoria. Lo ha confermato il capogruppo del partito al Sabor Branko Bačić. “Si, facciamo parte dell'Alleanza atlantica”, ha dichiarato, “ma ciò non ci impedisce di definire strategie di difesa del nostro paese“. Il vicepremier Davor Božinović tiene a puntualizzare che la leva militare in Croazia non è stata mai abolita, bensì sospesa o congelata. Va ricordato che il servizio militare obbligatorio era stato abolito o sospeso nel 2008 dopo che l'anno prima oltre il 50 percento dei giovani si era dichiarato obiettore di coscienza. Ora la reintroduzione della leva comporterebbe un notevole esborso alle casse dello stato, valutato sui 67 milioni di euro all'anno e l'assunzione di circa 2 mila istruttori delle reclute. Altro elemento contro il ripristino della leva, il disuso delle caserme o il loro impiego a uso civile. Comunque, il dibattito sul tema si ripropone a scadenze regolari e finora non ha avuto alcun riscontro concreto. Questa volta però il discorso appare molto più serio, considerata l'invasione russa dell'Ucraina. Invece per Radimir Čačić, veterano della politica croata, leader dei Riformisti in coalizione con l'HDZ, non se ne dovrebbe nemmeno parlare. “La Croazia“, afferma, “necessita di un esercito professionale e preparato, nonché di una cultura generale sui principi base della difesa territoriale“.
Valmer Cusma