Procede a ritmo sostenuto in Croazia la raccolta di firme a tutela della valuta nazionale, la kuna, e di conseguenza contro l'euro di cui il governo ha annunciato l'introduzione il primo gennaio del 2023. La sottoscrizione è stata promossa dai sovranisti croati con il sostegno di alcune formazioni di destra. Ebbene come affermato dagli stessi promotori, in cinque giorni sono state raccolte 157.000 firme mentre ne sono necessarie poco meno di 370.000 da raccogliere entro il 7 novembre prossimo. Dunque, facendo un po' di calcoli, il traguardo potrebbe venir tagliato sul filo di lana usando il gergo sportivo. Secondo i promotori l'entrata nell'eurozona della Croazia significherà l'ulteriore calo dello standard di vita, ora sui fondali dell'Unione Europea. „Peggio di noi“ dicono „è messa solo la Bulgaria“. Va detto che anche diversi economisti croati di primo piano sono contrari all' euro per il quale nel paese mancherebbe la giusta piattaforma fiscale e monetaria. Sul tema il governo del Premier Plenković fa sapere che il referendum non è necessario in quanto, come spiega, l'introduzione dell'euro è contemplata nel contratto di adesione della Croazia all'Unione Europea avvenuta nel 2013. Intanto la sottoscrizione prosegue in 250 punti di raccolta allestiti in tutto il paese.
Valmer Cusma