La morte della 28.enne turista austriaca travolta da un motoscafo in mare due settimane fa al largo di Malinska sull'Isola di Veglia, era una tragedia annunciata. Stando alla gente del luogo i motoscafi e le jet ski spesso scorrazzano troppo vicino alla costa zig zagando tra i bagnanti violando la norma secondo cui manovre di questo tipo si possono fare oltre la distanza di sicurezza di 300 metri. E le pesanti sanzioni pecuniarie fino a 6.700 euro non sembrano sortire gli effetti desiderati. Dal canto suo il Ministero del mare, trasporti e infrastrutture, alla luce dei frequenti investimenti in mare per fortuna non sempre mortali, sta vagliando la possibilità di introdurre norme più rigorose in fatto di sicurezza. Addirittura, di mettere al bando i jet ski - le moto d'acqua, una misura però di difficile attuazione considerati i contraccolpi sul turismo. Va detto però che spesso alla base delle tragedie c’è l'imprudenza dei bagnanti stessi. L'investimento in mare a Malinska è avvenuto a circa 300 metri dalla costa mentre la norma dice che i bagnanti non possono nuotare oltre i 100 metri. Anche il 47.enne turista sloveno morto lo scorso 25 luglio tra Orsera e Fontane nel patentino, stando alla ricostruzione, avrebbe perso la vita per la troppa voglia di adrenalina. Era caduto in acqua dal jet ski sul quale aveva sistemato uno figlioletto mentre trainava una ciambella sulla quale c'era l'altro figlioletto. Il singolare convoglio procedeva a distanza ravvicinata dietro a un motoscafo facendo giochi pericolosi sulla sua scia, tanto che l'uomo era caduto in mare perdendo la vita. La saggezza popolare dice che è il mare offre divertimento e sostentamento, però a volte sfidarlo si paga caro.
Valmer Cusma