Entrambi i candidati ritengono ci sia molto da fare per rimettere in sesto le relazioni della Croazia con l'estero, ma diversi sono i punti vista sui modi di operare. Per il candidato dell'SDP Zoran Milanović la priorità assoluta va ai rapporti con i paesi confinanti e in particolare a quelli con la Slovenia, oberati ormai da decenni dal contenzioso sul confine. "Oggi la Croazia ha buoni rapporti solamente con l'Ungheria di Orban" ha detto. "I rapporti con i paesi vicini sono peggiorati proprio nel periodo in cui lei è stato premier, tra il 2011 e il 2015" gli ha risposto la candidata HDZ Kolinda Grabar Kitarović, ricordando che proprio allora, al culmine della crisi migratoria, la Slovenia e l'Ungheria collocarono al confine con la Croazia il filo spinato. Su questo aspetto Milanović ha replicato che durante il suo mandato di premier sono passati attraverso la Croazia 700.000 migranti e che "nonostante richieste in tal senso dall'estero" questi non si sono fermati nel paese ma hanno continuato il loro percorso verso la Germania.
Diversa la visione sulle alleanze globali. Grabar Kitarović vede il principale partner della Croazia negli Stati Uniti, mentre per Milanović il primo alleato del quale Zagabria deve tener conto è l'Unione europea. La candidata HDZ esprime pieno rispetto delle decisioni collegiali della Nato, quello socialdemocratico afferma "Durante la presidenza Josipović ho già ritirato i soldati croati dalla Siria, ora farei tornare a casa anche quelli che ancora si trovano in Afghanistan". (a.c.)
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