La Croazia ricorda il martirio di Vukovar. Ventotto anni fa dopo un lungo assedio le truppe federali e le forze paramilitari serbe conquistarono la città danubiana. A perdere la vita in quei terribili mesi furono 2.717 soldati e civili croati. Altre settemila persone, dopo la caduta della città martire, furono internate nei campi di concentramento serbi. Quella tragedia è stata commemorata oggi con un corteo che si è snodato per le vie della città. Migliaia e migliaia di persone, giunte da tutta la Croazia e dalla Bosnia ed Erzegovina, hanno sfilato dall'Ospedale di Vukovar, lungo un percorso di oltre cinque chilometri, fino al cimitero memoriale. Al corteo ha partecipato il gotha della politica nazionale, con in testa le massime cariche dello Stato. Tutto si è svolto in un clima di compostezza. Il premier Andrej Plenković ha dichiarato che il governo s'impegna a fondo in primo luogo per risolvere il problema dei dispersi del conflitto degli anni Novanta e ha assicurato che le istituzioni statali faranno tutto il possibile in questo ambito. Già finora, ha evidenziato Plenković, sono stati fatti passi avanti. Da rilevare che con una cerimonia a margine delle commemorazioni ufficiali, anche la minoranza serba ha reso omaggio ai caduti e alle vittime di entrambe le parti. Pure nel villaggio di Škabrnja, nell'entroterra zaratino, si è svolta una cerimonia commemorativa per ricordare gli abitanti del posto uccisi sempre il 18 novembre 1991, dalle forze paramilitari serbe.
Dario Saftich (La Voce del Popolo)