Per le vie di Zagabria si è svolta la settima "Marcia per la vita, la famiglia e la Croazia" promossa dall'omonima associazione. La manifestazione ha voluto essere la risposta ai comizi dei giorni scorsi a sostegno dell'interruzione della gravidanza. Ci riferiamo alla vicenda o meglio al dramma di Mirela Čavajda di Zagabria al sesto mese di gravidanza che porta nel grembo una creatura affetta da tumore cerebrale progressivo. La donna si sottoporrà ad aborto terapeutico a Lubiana dopo che gli ospedali croati le hanno chiuso la porta in faccia. I partecipanti danno deciso di marciare, come spiegato, per difendere i bimbi non ancora nati, le loro madri, i padri e tutta la famiglia. Lo slogan sventolato era "La vita è legge". Nel suo intervento Željka Markić, coordinatrice nazionale dell'associazione, ha sottolineato che la creatura nel grembo di Mirela Čavajda ha diritto a una vita dignitosa per tutta la sua durata, anche se breve. "Uccidere un essere vivente perchè malato - ha detto - ricorda i metodi nazionalsocialisti". Fortemente contestato il sindaco di Zagabria Tomislav Tomašević, dello schieramento di sinistra Možemo! (Possiamo) per non aver voluto assumere il patrocinio della dimostrazione.
Valmer Cusma
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