“Una vergogna per la politica estera del paese“, così il capo diplomazia Gordan Grlić Radman definisce il “no” dei 54 deputati alla missione europea di assistenza militare all’Ucraina e aggiunge: “Hanno la sindrome della quinta colonna”. Al termine della riunione di governo e dopo aver elogiato i successi di quest’anno che sta per concludersi con l’adesione di Zagabria all’area Schengen e all’eurozona, Grlić Radman ha condannato senza mezzi termini quella parte -per lui - dissenziente e, che a suo dire, avrebbe causato un grave danno all’ immagine e alla reputazione del paese. Alla domanda sul mancato compromesso che avrebbe aperto le porte alla missione, ma non all’addestramento di soldati ucraini in Croazia il ministro degli esteri ha risposto che sarebbe stata un’assurdità e non avrebbe rappresentato alcun sostegno alla nazione e al popolo ucraino. Parole forti che rispecchiano quelle del premier Plenković che amareggiato per non aver ottenuto i 110 voti, ovvero la maggioranza dei due terzi promessa a Bruxelles, non ha avuto mezzi termini nel tracciare un solco tra quanti difendono gli interessi nazionali e quelli che ha definito “vigliacchi sovversivi”. E tra questi ultimi - naturalmente - c’è il capo dello stato Zoran Milanović che la maggioranza e gran parte della stampa nazionale definiscono filo russo e filoputiniano. “Auguro al governo e al suo presidente altre simili vittorie" il commento di Milanović che sicuramente non intende chiudere così quest’ultimo confronto. (lpa)
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