Con buon anticipo sul calendario ufficiale si apre a Capodistria la Settimana della lingua italiana nel mondo, promossa come sempre dal ministero degli Affari esteri di Roma e dedicata quest'anno all'italiano sul palcoscenico: teatro, melodramma, canzone e non solo. L'appuntamento, sponsor il Consolato generale, è con Gianfranco Jannuzzo, versatile attore con oltre quarant'anni di carriera cresciuto alla scuola di Gigi Proietti. Uno strepitoso one man show dal titolo semplice. "L'ho chiamato "Recital" quasi dichiarando mancanza di fantasia", spiega Jannuzzo a Radio Capodistria, "invece è voluto. Perché fare un recital significa raccogliere le cose che tu reputi migliori da offrire al pubblico. Quindi i sentimenti che mi sono stati sempre più a cuore, il senso di appartenenza che abbiamo tutti ma particolarmente noi italiani, probabilmente per la composizione così diversa del nostro Paese. Cosa c'entra, si chiederà qualcuno, un siciliano con un piemonetese un altoatesino con un calabrese? In realtà il ceppo è unico. Il sogno, che si realizzò, di unificare tanti staterelli, ha fatto sì che il nostro diventassse un unico popolo, con un'unica lingua che ha unificato costumi, modi, tradizioni. Noi siciliani, ad esempio, abbiamo preso il meglio da tutti quelli che volevano conquistarci. In realtà non hanno conquistato nulla, ma è una metafora, quella della Sicilia, che riguarda tutti gli italiani. Abbiamo accolto tutti ma abbiamo cercato di prendere il meglio dagli altri".
Gianfranco Jannuzzo adora i dialetti e questo suo amore lo ha riversato anche nel suo "Recital". "Se ci pensiamo bene", dice l'attore, "tutti noi abbiamo la cultura del nostro dialetto e tutti noi temiamo che si perda. È il nostro modo di comunicare più immediato. A volte pensiamo in dialetto e traduciamo in italiano, soprattutto se vogliamo arrivare al cuore del nostro interlocutore. Ed è una cosa bellissima, secondo me."
Gianfranco Jannuzzo è di scena al teatro comunale di Capodistria questa sera alle 19. L'ingresso allo spettacolo è libero fino ad esaurimento posti.
Ornella Rossetto