Una figura fondamentale dei nostri studi letterari, uno dei primi e più importanti storici della letteratura italiana, sostenitore dello stretto legame fra storia letteraria e storia civile. Questo è stato Francesco De Sanctis (1817-1883), critico e saggista, due volte ministro della Pubblica istruzione nel neonato Regno d'Italia, e autore di una assai nota Storia della letteratura italiana, uscita in prima edizione nel 1870 e destinata a duratura fortuna. Un "capolavoro" e "un'opera epica" nel segno dell'unità del Paese, ne dice ora in un'intervista al Corriere il germanista e scrittore triestino Claudio Magris, vincitore del riconoscimento alla carriera del X Premio De Sanctis, che riceverà domani. La cerimonia di premiazione si terrà a Villa Doria Pamphilj, a Roma, sede di rappresentanza del Consiglio dei Ministri, tra personalità istituzionali e del mondo della cultura, con un evento senza pubblico visibile in streaming e in diretta televisiva (su Rai2, ore 18). Promosso dalla Fondazione De Sanctis, il Premio ha individuato, fin dalla sua istituzione nel 2009, "testi capaci di innovare profondamente il genere saggistico" sulle orme del grande studioso cui è intitolato, "ma da quest'anno si apre anche a tutta la letteratura e a illustri personaggi della vita civile del Paese". E nel 2021 è nata anche una nuova sezione dedicata all'Europa: perché, come fa notare l'architetto Francesco De Sanctis, pronipote omonimo del letterato campano e animatore del Premio, "l'Europa è una specie di chiodo fisso per De Sanctis, che nella sua Storia studia il fondamento necessariamente europeo della letteratura italiana a venire". I vincitori di questa sezione saranno festeggiati in autunno all'ambasciata italiana di Bruxelles.
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