"Leone, la sua passione vera era la politica. Tuttavia aveva, oltre a questa vocazione essenziale, altre appassionate vocazioni, la poesia, la filologia e la storia". Questo è il ritratto dell'intellettuale antifascista Leone Ginzburg, suo marito, che la scrittrice Natalia ci ha consegnato in "Lessico famigliare".
Vita intensa quanto breve quella di Leone, ebreo di origine russa nato a Odessa nel 1909. Studioso di letteratura, tra i fondatori della casa editrice Einaudi, si oppose al regime e partecipò alla Resistenza. Arrestato e torturato morì, "di cuore e di botte" come Natalia Ginzburg avrebbe raccontato a Oriana Fallaci, nel carcere romano di Regina Coeli il 5 febbraio del 1944. Ci invita adesso a ripercorrerne la vicenda un romanzo di Antonio Scurati, "Il tempo migliore della nostra vita" (Bompiani), libro che ha preceduto il volume su Benito Mussolini ("M. Il figlio del secolo) con il quale lo scrittore napoletano ha vinto nel 2019 il Premio Strega, e ora ripubblicato in una nuova edizione. È lo stesso Scurati, che nel romanzo racconta in un parallelo incalzante la vita di Leone Ginzburg e quella della propria famiglia durante il fascismo, a spiegare ai lettori la ragione di questa riproposta: il libro, dice Scurati, "è la storia di un uomo di straordinario valore. È una storia di coraggio, di Resistenza contro ogni avversità. Una grande Storia che, pur nella distanza e nelle diversità, riecheggia, in qualche modo, nelle cronache delle nostre vite che di nuovo hanno tanto bisogno di esempi di rettitudine e di coraggio".
Un romanzo, dunque, "Il tempo migliore della nostra vita" (che nel 2015 è valso all'autore il Premio Viareggio), da leggere proprio adesso, in questo momento brutto che possiamo provare a riempire con i libri, tornati ad essere un amico importante, per sollevare lo spirito, trarne conforto e appunto coraggio.
Ornella Rossetto