Come nascono i libri di Claudio Magris? Ansia e passione, risponde il grande scrittore e germanista triestino, un maestro della letteratura mitteleuropea, di cui non si contano i premi e i riconoscimenti internazionali, e da tempo in odore di Nobel. Ne ha scritti, di libri, Claudio Magris, nato a Trieste giusto ottant'anni fa. Il primo saggio, "Il mito absburgico nella letteratura austriaca moderna", lo pubblica appena ventiquattrenne nel 1963: continuano a stamparlo e a tradurlo ancora adesso. Alla narrazione letteraria approda con "Illazioni di una sciabola", uscito nel 1984. Due anni dopo arriverà il suo capolavoro, "Danubio", opera di enorme successo in tutto il mondo, insieme diario di viaggio e itinerario culturale sulle rive del grande fiume, che è stato paragonato a un'Odissea contemporanea. Claudio Magris è narratore delle inquietudini e delle frontiere, culturali e umane oltre che geografiche in altri libri bellissimi e importanti, come il romanzo "Alla cieca" o nei suoi "Microcosmi" con il quale nel 1997 ha vinto il Premio Strega. Senza dimenticare la scrittura per il teatro. Da pochi giorni è in libreria "Tempo curvo a Krems" ( edito da Garzanti), cinque racconti in cui c'è molto di Trieste e di queste terre, cinque testi legati dal tema della vecchiaia, o, per dirla con l'autore, dalla "presenza sempre aperta e acre del passato", perché, "come aveva capito Italo Svevo, la vecchiaia è un avanzare per indietreggiare". Un libro, ha notato la critica, "che è anche un coraggioso atto di fede nel racconto quale genere letterario troppo spesso sottovalutato".
Ornella Rossetto