Proseguono nella nostra regione le manifestazioni legate alla ventunesima Settimana della lingua italiana nel mondo, dedicata a Dante, in coincidenza con il settecentesimo anniversario della sua morte. Ed è anche l'occasione per scoprire aspetti dell'opera e della fortuna dell'Alighieri che conosciamo meno.
Partiamo da un dato. Di Dante non ci è arrivata nemmeno una riga autografa: non una firma o un appunto, e men che meno il manoscritto originale del Sommo Poema.
D'altra parte la Commedia ebbe un'immediata popolarità tra i contemporanei, e fu trascritta e ritrascritta prima dell'avvento della stampa da un'autentico 'esercito di copisti'. Tanto che con i suoi quasi 800 codici il capolavoro dantesco è secondo soltanto alla Bibbia. Il copista ed editore più illustre fu Giovanni Boccaccio, il famoso autore del Decameron, grandissimo estimatore del poeta fiorentino, al quale dedicò anche una biografia, il Trattatello in laude di Dante. Proprio in quest'opera, composta fra il 1350 e il 1360, Boccaccio attribuì alla Commedia quell'aggettivo 'divina' che dal Cinquecento entrerà stabilmente nel titolo.
Dell'attività di Boccaccio come copista di Dante parlerà domani all'Università del Litorale a Capodistria Francesca Malagnini, storica della lingua italiana dell'Università per Stranieri di Perugia, in un appuntamento per la XXI Settimana della lingua italiana nel mondo organizzato dal Dipartimento di Italianistica in collaborazione con l'Istituto italiano di cultura di Lubiana che si potrà seguire anche da remoto sulla piattaforma Zoom.
Domani giornata fitta di appuntamenti danteschi, inoltre, all'ateneo di Pola, mentre a Fiume il Dipartimento di Italianistica propone con il Consolato generale d'Italia la tavola rotonda "Dante, l'italiano": occasione, anche, per scoprire un altro aspetto della secolare fortuna di Dante, quello delle traduzioni, nel caso specifico le traduzioni in croato sulle quali interverrà Ljiljana Avirović, docente dell'Università di Trieste e nota traduttrice letteraria (di Claudio Magris, fra gli altri). La Croazia è uno dei paesi slavi dove Dante si è tradotto di più, una tradizione che arriva fino all'oggi con la traduzione degli ultimi canti del Paradiso ad opera di Mate Maras, uno dei più premiati traduttori croati attuali.