Il pensiero è andato immediatamente a Boris Pahor, il grande vecchio della cultura slovena, diventato famoso in Italia con il suo libro Necropoli. "Potrebbe mai lo scrittore triestino - si chiede qualcuno - essere definito un 'letterato italiano di lingua slovena'? Proprio lui che ha speso tutta la sua vita a lottare perché la sua lingua materna avesse il giusto riconoscimento a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia?". In verità il soggettario della rete Cobiss non ha qualificato così Boris Pahor, ma ha aperto la strada a questa possibilità mettendo a lemma l'espressione in questione, che figura per essere precisi al plurale ("slovensko pišoči italijanski književniki"), un plurale oltre tutto inclusivo, che vale cioè per il maschile e il femminile, come ci si premura di spiegare nel sito. Nient'altro che una questione di praticità, una scelta fatta per facilitare gli utenti nella ricerca per argomento, si difendono i responsabili, bersagliati dalle critiche per l'adozione dell'infelice "etichetta". E c'è chi si è posto la domanda se gli scrittori italiani attivi in Slovenia non proverebbero lo stesso fastidio che presumibilmente ne proverebbe Boris Pahor ad essere qualificato assumendo come criterio il luogo di residenza o la cittadinanza invece che l'appartenenza nazionale, l'identità, la soggettività. A questo proposito è stato fatto il nome della capodistriana Isabella Flego, che da noi interpellata, infatti, si definisce senz'altro "una scrittrice italiana - o di lingua e nazionalità italiana -, cittadina slovena". Non senza farci notare che autori e autrici della minoranza italiana sono praticamente ignorati dalla cultura slovena. Isabella Flego parla apertamente di un "ghetto": "né di qua né di la'". Invisibili anche per l'Italia, insomma.
Tornando agli scrittori sloveno-triestini, boccia la piattaforma Cobiss anche Miran Košuta, uno dei più autorevoli rappresentanti della cultura slovena in Italia, per la versione italiana di Wikipedia "scrittore, storico e critico letterario italiano di lingua slovena". Che adesso ci si metta anche la slovena Cobiss è assurdo, dichiara il professore al Primorski Dnevnik, "un'idiozia digitale".