Libro unico, libro cardine della letteratura europea del Novecento, definito un "antiromanzo" per sottolinearne l'assoluta novità compositiva, e libro ostico che tanti lettori hanno iniziato e abbandonato, l'Ulisse di James Joyce, che lo scrittore irlandese cominciò a scrivere a Trieste, compie cent'anni, essendo stato pubblicato a Parigi il 2 febbraio 1922, dalla Shakespeare & Co. L'autore, superstizioso all'eccesso, aveva voluto che il libro uscisse nel giorno preciso del suo quarantesimo compleanno, convinto che solo così avrebbe avuto successo. Coincidenza, era anche una data "tutta tonda": 2-2-22. Di fatto, il romanzo, "storia di una giornata qualunque di un uomo normale che il genio di Joyce ha saputo rendere simbolo dell'uomo universale" (come ne è stato detto), è andato incontro a una vicenda editoriale contrastata, rimasto per molto tempo impubblicabile nel Regno Unito e negli Stati Uniti a causa della censura, accusato di oscenità. Un capitolo a parte è poi quello della trasposizione in altre lingue, che sfida come pochi altri libri l'abilità di un traduttore, per le moltissime oscurità del testo, i giochi di parole, le invenzioni linguistiche. E tuttavia l'Italia ha il vanto di essere il paese con più traduzioni dell'Ulisse al mondo. La prima è arrivata tardi, nel 1961; le ultime due a ridosso dell'anniversario, nel 2021.
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