È un aspetto del 'fare cinema' che spesso ci sfugge, eppure il lavoro dello sceneggiatore è fondamentale per la buona riuscita di un film. A lui spetta il compito di scrivere l'intreccio e lo svolgimento della storia, definire dialoghi e personaggi, e di farlo in modo che il copione appassioni gli attori, il regista, e infine il pubblico.
Sergio Amidei, scrittore e sceneggiatore triestino-goriziano, in questo è stato un autentico maestro: tra gli inventori del Neorealismo italiano, ha scritto per Rossellini e De Sica, e ottenuto quattro nomination agli Oscar. Sono, quest'anno, quarant'anni dalla morte di Amidei, e altrettanti del Premio che lo ricorda. Un doppio anniversario che la manifestazione goriziana celebra dal 23 al 29 luglio con sette intense giornate di cinema tra film, eventi speciali, incontri. E c'è anche la novità dell'arena estiva nella centralissima Piazza della Vittoria per le proiezioni serali, che si affiancheranno a quelle diurne nell'attiguo Palazzo del Cinema. Fulcro dell'edizione 2021, intitolata "Memorandum", è come sempre il concorso, con sette opere dell'ultima stagione a contendersi il prestigioso riconoscimento. Ritorna il Premio all'opera d'autore, attribuito al regista Pupi Avati, che sarà a Gorizia sabato 24 luglio con il suo ultimo film "Lei mi parla ancora". Per lui anche una retrospettiva. E ancora, nel programma, il Premio alla cultura cinematografica a Piera Detassis, fondatrice della rivista Ciak, l'omaggio al critico Ugo Casiraghi nel centenario della nascita , e una sezione speciale con sette film del 1981, anno in cui nacque il Premio Amidei.
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