Dante Alighieri e l'Istria, due elementi apparentemente distanti ma che invece nel corso della storia si sono incontrati, come ci ha spiegato l'autrice del libro “Dante e le leggende in Istria”, Valentina Petaros: “si intersecano, si trovano, si scontrano, si rinnovano; Dante fa parte del nostro territorio, non solo per la Divina Commedia ma anche per l'amore che tutti noi abbiamo per lui, per quello che rappresenta e non solo come esule ma anche come poeta, tutto quello che ha descritto, l'intensità delle sue parole che poi noi abbiamo interpretato in vario modo".
Se non ho capito male lei ha anche curato una traduzione slovena della “Divina Commedia”
"È il lavoro di una vita. Quando lo concludi poi non sai più cosa fare. In verità è una traduzione nata tra gli anni 1910-1925, da Jože Debevec, il quale non ha avuto una gran fortuna proprio perché la sua traduzione è difficile e corredata da commento; dunque, uno si approccia al testo non con la leggerezza di una canzone, di una ballata, ma deve essere conscio che stai studiando anche. Ho visto che non è mai uscito in un volume unico, quindi grazie all'Università Popolare di Trieste e la Can di Capodistria, negli ultimi 5/6 anni sono riuscita a completare una cosa cominciata 20 anni fa e sono contenta perché anche questa sta avendo un grandissimo successo ed anche gli sloveni si sono accorti che è necessario questo commento, che non è così semplice, che si perdono troppe cose se banalizzi il testo, se lo semplifichi".
Un'ultima curiosità: come è nata l'idea di questo libro?
"L'idea di Dante e le leggende è nata perché ogni volta che vado ad un convegno, ad un congresso, glissano sul fatto della presenza di Dante in Istria. Si parla sempre del Canto IX, di Pola e di queste cose qua, però non è mai un approfondimento preciso. Poi ho notato che molti autori si sono concentrati o sul Friuli o su un solo aspetto; allora ho detto: ma forse se li mettessi tutti insieme potrebbe interessare! Ed infatti adesso siamo alla seconda ristampa".
Davide Fifaco