"Una festa per gli italiani e per quanti guardano con simpatia al mondo italiano, anche fuori dalla penisola". Per dirla con il presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi, dovrebbe essere questo lo spirito della giornata celebrativa per Dante, un Dantedì (come ha suggerito di chiamarlo il presidente onorario dell'Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, noto linguista) da lanciare in occasione dei settecento anni della morte del poeta della Divina Commedia, che cadranno nel 2021. E da festeggiare, poi, ogni anno. Proposta avanzata dal Corriere della Sera la scorsa primavera che ha ricevuto un coro di consensi: dalla Crusca alla Dante Alighieri, dalla Società dantesca all'Associazione degli italianisti al Comitato delle celebrazioni del settecentenario. Docenti, studiosi, amministratori (ha aderito anche la città di Ravenna, dove si trova la tomba di Dante), a cui si è affiancato il parere favorevole del ministro degli Esteri Moavero Milanesi, per il quale "Dante è iscritto nel codice genetico dell'italianità". E ora arriva anche una mozione in Parlamento, primo firmatario il deputato 5 Stelle Michele Nitti, per impegnare il governo a istituire la giornata. "Un passaggio importante - chiosa oggi il Corriere - perché l'idea dell'istituzione di un Dantedì possa diventare realtà".
La giornata dantesca non ha ancora una data, ma una delle ipotesi è di farla il 25 marzo o l'8 aprile, possibili inizi del viaggio ultramondano narrato nella Divina Commedia. Oppure
il 26 marzo, battesimo del nostro più grande poeta.
Ornella Rossetto