Anche se il momento è difficile, non si getta la spugna nel settore della cultura, guardando con speranza al di là dell'emergenza sanitaria per recuperare manifestazioni già programmate e in seguito rinviate a causa della pandemia. È il caso, fra i tanti, dell'ampio progetto sull'età dell'Illuminismo messo in cantiere dal Centro italiano Carlo Combi di Capodistria per onorare in questo 2020, in sinergia con un gran numero di istituzioni della comunità italiana presenti sul territorio, due illustri personaggi, di fama e rilevanza europea, che qui ebbero i natali: il capodistriano Gian Rinaldo Carli, economista e storico a 300 anni dalla nascita, e il piranese Giuseppe Tartini, violinista e compositore, nel duecentocinquantenario della morte. Per la mostra, prevista in due sezioni, l'una a Capodistria e l'altra a Pirano, e il volume a corredo, si dovrà ancora attendere. Ma ecco ora arrivare un'iniziativa editoriale che acchiappa per la coda il tricentenario del Carli, la ristampa anastatica della sua operetta giovanile, eppure già densa di acume, "Delle antichità di Capodistria", che il Combi ha curato insieme alla Comunità degli italiani di Bertocchi. Pubblicato originariamente a Venezia nel 1743, questo saggio rappresenta nelle parole del direttore del Centro italiano Carlo Combi, lo storico Kristjan Knez, il primo tassello di un percorso che molti anni dopo porterà il Carli alla stesura di una delle sue opere più celebrate, le monumentali "Antichità italiche". "Lo studio parla della storia di Capodistria, e lo fa con una metodologia nuova che rispecchia l'età dei Lumi, la volontà di prendere in considerazione le fonti e di vagliarle criticamente, di confrontarsi sia con la tradizione storica che con le nuove acquisizioni. Del resto Carli stesso era anche archeologo, e nel 1750 avrebbe compiuto i primi scavi nell'anfiteatro romano di Pola. Quindi un figlio dei tempi nuovi, da lui manifestati in maniera evidente".
Pubblicata con il contributo della Can di Capodistria e di quella Costiera, la ristampa è arricchita da una introduzione di Kristjan Knez e di Roberta Vincoletto e da un intervento dell'antichista triestino Giuseppe Cuscito, anch'egli pronto a sottolineare come quest'opera di un giovanissimo Carli sia "frutto di una nuova mentalità e di un nuovo metodo di indagine" e "tendenzialmente anticipatrice di un metodo interdisciplinare oggi assai lodato".
Ornella Rossetto