Una carriera lunghissima, più di mezzo secolo in scena e sul set, amato dal pubblico come pochi altri grandi dello spettacolo. Gigi Proietti ha abbassato definitivamente il sipario nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Era nato a Roma il 2 novembre 1940 ed era ricoverato in terapia intensiva da due settimane dopo un attacco cardiaco . Ieri le sue condizioni sono peggiorate. Gigi Proietti era poliedrico come i suoi personaggi. Non solo attore di teatro, cinema e televisione, ma anche showman, cantante e direttore artistico di palcoscenici importanti a Roma. Artista geniale, istrionico, "un esibizionista allegro", come si definiva lui, la lista delle sue interpretazioni è sconfinata: dal film "Febbre da cavallo" alla serie "il Maresciallo Rocca" record di ascolti sul piccolo schermo; da "Cavalli di battaglia " al più recente "Edmund Kean" in palcoscenico, una sfilza di successi. Indimenticabile la performance nel famosissimo "A me gli occhi please", irresistibile one man show in cui cantava, recitava e ballava senza risparmiarsi. Gigi Proietti, che aveva iniziato come cantante nei night per mantenersi agli studi (poi abbandonati) di Giurisprudenza, è stato anche un grande maestro e insegnante per i giovani attori nella sua celebre scuola, dove ha avuto allievi Enrico Brignani, Flavio Insinna e tanti altri altri. "Ho insegnato loro tutti i miei difetti", diceva con affettuosa ironia. E non ultimo, il doppiatore: Proietti ha prestato la voce alle star, da Richard Burton a Marlon Brando (ma anche a Gatto Silvestro). Romano fino al midollo, era innamorato della sua città, nonostante le magagne della capitale, che, sosteneva, "dovremmo darci tutti una mano per risolvere". Il suo ultimo appello però era stato, a marzo, quello ai "ai nonni d'Italia" suoi coetanei perché restassero a casa per difendersi dal Covid, "lo Zorro dei virus", lo aveva definito. "Perché, spiegava, "mi pare molto mascherato". (ornella rossetto)