Giornalista, poeta e scrittore, saggista e traduttore Giacomo Scotti con la sua ampia produzione letteraria, storiografica, saggistica e pubblicistica rimane un punto di riferimento importante all’interno e fuori della comunità nazionale italiana d’Istria. Prezioso in particolare il suo ruolo di mediatore della cultura italiana e di quella dei popoli e nazionalità dell’ex Jugoslavia, ossia degli stati indipendenti succedutisi. L’autore, nato a Saviano nel 1928, comune poco lontano da Napoli, ma dal 1947 residente a Pola e a Fiume, ritorna ora in libreria con due libri di carattere storico. Nel titolo »La città contesa« torna alla ribalta la città di Fiume. In questo volume, corredato da un ricco apparato fotografico, Scotti fornisce una cronistoria fedele e ricca di dettagli ancora poco o per nulla conosciuti del periodo che va dalla fine della Prima guerra mondiale all'annessione di Fiume all'Italia, attraverso la Reggenza di D'Annunzio e lo Stato Libero di Riccardo Zanella. L'altro volume si intitola »Si chiamava Jugoslavia«. Mezzo secolo di viaggi sulle strade dei Balcani occidentali, in un mosaico di ricordi, incontri, istantanee di un mondo che si trasforma, che cambia pelle e nome. Dal 1957 Giacomo Scotti è tornato a più riprese in quelle terre, ne ha percorso quasi tutte le regioni muovendosi in treno, in aereo, in nave, salendo su auto e pullman, su biciclette e funivie, perfino in autostop. L'autore riprende i fili di questo mondo che non c'è più, o che semplicemente continua a vivere in un'altra forma, li riannoda e li cuce insieme in questo libro che è un po' diario, un po' mappa di un viaggio tutto da leggere. E da vivere.
Miro Dellore