Tra le tante giornate mondiali che vengono celebrate su iniziativa dell'ONU, considerate le profonde trasformazioni subite dal pianeta negli ultimi cinquant'anni, forse l'odierna ricorrenza – parliamo della giornata mondiale dell'Habitat – rientra tra quelle a cui bisognerebbe riservare maggiore attenzione e responsabilità a livello internazionale. Lo scopo delle Nazioni unite era quello di promuovere una riflessione sullo stato delle città nel mondo e sul diritto fondamentale a un’abitazione sicura di ogni cittadino. La celebrazione di questa giornata è fondamentale per ricordare la responsabilità di ogni abitante del mondo nel determinare il futuro della città in cui vive. L’unico modo per difendere gli habitat è quello evitare ogni tipo di intervento che possa causare danni alla biodiversità: allevamenti, deforestazione, cambiamenti climatici, inquinamento, prelievi di fauna e flora a scopi commerciali, sperimentazione e così via. Gli umani in tempi antichi non avevano la stessa mobilità di oggi, riuscendo così a mantenere le malattie entro una territorio circoscritto. Il coronavirus, che sta dilagando in tutto il mondo, è la dimostrazione che l’umanità sta indebolendo la capacità della natura di difenderci dalle malattie. L’uomo ha trasformato vaste aree geografiche naturali in città, terreni agricoli in centri commerciali, creato megalopoli dal nulla, ridotto le aree verdi e le foreste del pianeta. Questi profondi cambiamenti dell'era moderna hanno sicuramente favorito il dilagare della pandemia mondiale, anch'essa una vera e propria piaga moderna. Il Covid19 ci ricorda che l'habitat in cui viviamo è un fattore di primaria importanza, soprattutto per il futuro dell'uomo, per quanto possa sembrare assurdo, l'anello debole della vita sul pianeta Terra. (Miro Dellore)
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