È stato un periodo stimolante e che ha presentato varie sfide, per chi come lui, prima di lavorare a Lubiana, conosceva la Slovenia solo da turista. Così esordisce Stefano Cerrato, che lascia dopo cinque anni, per naturale scadenza dell'incarico, la direzione dell'Istituto italiano di cultura.
"Altro è ovviamente conoscere un Paese e in particolare un contesto culturale dall'interno. Si riesce ad avere un contatto con la società civile, con gli operatori del mondo culturale, e in base a queste esperienze nel mio lavoro occorre cercare di calibrare una proposta culturale italiana sui gusti, gli interessi ma soprattutto sulle opportunità di scambio e di dialogo culturale che si possono intravedere tra Slovenia e Italia, e devo dire che sono davvero tantissime".
La pandemia ha rappresentato, nelle parole del direttore, "una delle sfide maggiori". L'attività dell'Istituto, però, non si è fermata.
"L'Istituto italiano di cultura, come tutti gli operatori culturali, e tutta la società in generale, ha dovuto inventarsi nuove forme di lavoro, di comunicazione e di realizzazione di contenuti culturali, nel nostro caso. Ad esempio i corsi di lingua italiana per un lungo periodo sono migrati su piattaforme online a distanza. Sono, poi, molto felice di alcuni progetti realizzati a inizio 2021 quando musei e gallerie aprivano a intermittenza e allora si è pensato di organizzare esposizioni utilizzando gli spazi per le affissioni pubbliche".
Stefano Cerrato ricorda con piacere anche le tante forme di collaborazione intrecciate dall'Istituto con la comunità italiana che vive sulla costa e con le istituzioni ad essa collegate, un ambiente che definisce "meraviglioso e amichevole" dove si è potuto sentire sempre a casa.
"Di questo sono grato. Difficilissimo menzionare un'iniziativa piuttosto che un'altra. Senza voler dimenticare nessuno spenderei qualche parola per lo straordinario lavoro che svolge il Dipartimento di Italianistica dell'Università del Litorale, ma mi hanno impressionato anche le densissime programmazioni culturali di tutte le Comunità degli italiani che ho ho avuto il piacere di conoscere. A chi vive in quelle zone potrà apparire scontato, ma arrivando da fuori devo dire che c'è solo da essere felici e orgogliosi della ricchezza della proposta culturale portata avanti dalle Comunità".