Il pubblico del Dramma italiano chiedeva da tempo una commedia, e ora eccolo accontentato con una commedia ... da premio Nobel. "Farsa per clown" l'aveva definito
il maestro Dario Fo questo suo atto unico che ci trasporta nell'Italia degli anni Cinquanta, all'indomani della Legge Merlin, quella che nel 1958 aboliva le case chiuse. La trama è ambientata appunto in una 'maison', regno di una sedicente vedova, in realtà carceriera del marito, tenuto prigioniero con uno stratagemma a dir poco diabolico: al poveretto vengono praticate quotidianamente delle iniezioni che l'hanno trasformato in una specie di mummia; vivo, ma dall'aspetto di un surreale manichino. Saranno due improvvisati imbianchini a risolvere il caso tra mille peripezie e colpi di scena, liberando l'uomo e conquistandosi i favori delle signorine che lavorano nella casa di piacere.
Una commedia, dunque, imperniata sul gioco farsesco dello scambio e degli equivoci, e che il regista Mario Kovač, alla sua prima collaborazione con il Dramma italiano,
ha tradotto in una messinscena scoppiettante e dinamica. Quattordici elementi compongono il cast, che vede il contributo del Corpo di Ballo del Teatro Ivan de Zajc.
In scena nei ruoli principali gli attori Ivna Bruck, Giuseppe Nicodemo, Mirko Soldano e Andrea Tich.
L'appuntamento con "Gli imbianchini non hanno ricordi" a Fiume è fissato per domani sera, con repliche il 18 e il 19 marzo e una trasferta a Capodistria il 21.
In sede di conferenza stampa la scenografia in rosa ha suggerito al sovrintendente Marin Blažević una battuta: visti i gravi problemi finanziari in cui si trova la compagnia di prosa per il mancato arrivo dei fondi dall'Italia, si spera che lo spettacolo sia di buon auspicio per il futuro del complesso artistico di lingua italiana.
Ornella Rossetto