Punta sulla poesia e su un'autrice statunitense poco conosciuta a livello internazionale l'Accademia di Svezia assegnando il Nobel per la Letteratura 2020 a Louise Glück, nata a New York nel 1943 in una famiglia di ebrei immigrati ungheresi. Negli Stati Uniti tuttavia la neovincitrice, docente di inglese all'università, è una poetessa apprezzata e ha ricevuto diversi prestigiosi premi, tra cui il Pulitzer, nel 1993, per "The Wild Iris", ossia "L'iris selvatico", tradotto anche in italiano, e il National Book Award nel 2014. Ottiene il Nobel , spiegano da Stoccolma, "per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l'esistenza individuale". Louise Glück ha pubblicato dodici raccolte di versi e alcuni volumi di saggi sulla poesia. Nella sulla produzione poetica domina l'autobiografia: una poesia rigorosamente personale, contenuta fra le pareti domestiche e la vita familiare. E poi il mito e i motivi classici, presenti nella maggior parte delle sue opere. Dove le voci di Didone, Persefone ed Euridice - gli abbandonati, i puniti, i traditi - sono maschere di un sé in trasformazione, tanto personale quanto universalmente valido. Successo di pubblico hanno avuto in particolare le raccolte "Il trionfo di Achille" (1985) e Ararat (1990). (ornella rossetto)
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