Con un volume di prossima uscita, e una mostra diffusa nelle vetrine del centro storico a partire da giovedì, la Comunità degli italiani e la Can di Pirano insieme al Centro italiano Carlo Combi di Capodistria e la piranese Società di studi geografici e storici si preparano a celebrare il bicentenario del pittore Cesare Dell'Acqua, nato a Pirano il 22 luglio 1821. Un'occasione preziosa per riscoprire la figura dell'artista, prestigioso interprete del genere storico che conobbe presso i contemporanei larga fama e tuttavia oggi poco conosciuto ai suoi concittadini.
Tale fu la fama raggiunta in vita dal pittore ottocentesco, che la Galleria degli Uffizi volle chiedergli un suo autoritratto, secondo la prassi seguita con gli artisti più noti dell'epoca. Una carriera, quella di Cesare Dell'Acqua, costruita quasi tutta in Belgio, dove si era trasferito non ancora trentenne alla metà del secolo, e dove operò fino alla morte, avvenuta a Bruxelles nel 1905. Aveva vissuto per diversi anni a Trieste, che gli aveva anche offerto gli studi accademici a Venezia. Da Trieste proveniva la madre, mentre il padre, il giudice Andrea, era capodistriano: e tra Pirano e Capodistria il pittore passò la sua infanzia.
Segno vivido, abilità compositiva, una fedeltà "fotografica" nella riproduzione dei più minuti dettagli furono le sue doti più apprezzate dai contemporanei.
Oltre che in figure e ritratti Cesare Dell'Acqua fu specializzato in scene storiche, un genere allora in gran voga. Molti suoi dipinti sono conservati a Trieste: tra i più famosi la grande composizione allegorica sul portofranco ora al Museo Revoltella e "La prosperità commerciale di Trieste", che campeggia nella sala del Consiglio comunale.
Altri suoi quadri, commissionati dall'arciduca Massimiliano d'Asburgo, si trovano al castello di Miramare. In Belgio, dove fu tra i fondatori della Societé des acquarellistes, sue opere sono presenti anche nella collezione reale.
Vissuto lontano dalla città natale, Dell'Acqua tuttavia non dimenticò mai Pirano. A testimonianza di questo legame, nel 1896, in occasione dell'inaugurazione del monumento al musicista Giuseppe Tartini, fece dono al Comune piranese di un proprio dipinto, poi andato putroppo perduto. Cosicché l'unica opera del maestro che si conserva oggi a Pirano è il bellissimo olio avente per soggetto l'Insegnamento materno, acquisito in anni recenti dalla Comunità degli italiani, associazione che ora prosegue, insieme ad altri enti e istituzioni italiane del territorio, nell'iniziativa di riscoperta e di riproposta della figura dell'illustre concittadino.