Ad Aidussina la casa-museo dell'artista Veno Pilon - la Pilonova galerija - ospita la più importante collezione permanente di questo grande maestro dell'arte del Novecento, ma organizza anche mostre temporanee. Come quella che ora è dedicata a Luigi Spazzapan, l'artista di origini gradiscane ma parimenti di livello europeo cui è intitolata appunto nella sua Gradisca D'Isonzo la Galleria regionale d'arte contemporanea e che fu grande amico di Pilon.
Due artisti di frontiera, due indiscussi protagonisti della pittura d'avanguardia del Novecento che furono legati da profonda amicizia. Luigi Spazzapan, nato a Gradisca d'Isonzo nel 1889 - da una famiglia originaria della valle del Vipacco - e Veno Pilon, nativo di Aidussina e di lui alcuni anni più giovane, si conoscono a Gorizia, dove entrambi frequentano le Scuole reali e dove c'è un ambiente artistico molto vivace e ricco di personalità del quale Spazzapan diviene figura di riferimento e di raccordo fra artisti italiani e sloveni. Poi, alla fine degli anni Venti, le loro strade si dividono: Pilon, oggi riconosciuto come uno tra i maggiori interpreti dell'espressionismo sloveno, si trasferisce stabilmente a Parigi, Spazzapan - che l'amico chiamava Špac o Luiž - a Torino, dove rimarrà fino alla morte avvenuta nel 1958.
A celebrare l'amicizia tra i due artisti è ora alla Pilonova galerija di Aidussina una mostra del maestro gradiscano, intitolata semplicemente "Lojze/Luigi Spazzapan". Esposte, a cura di Tina Ponebšek, direttrice della galleria, 43 opere fra disegni e dipinti che offrono una suggestiva sintesi della carriera dell'artista lungo il trentennio piemontese, dal 1929 alla scomparsa, tutte provenienti dalla raccolta privata degli eredi di Eugenio Giletti, collezionista torinese e grande amico del pittore, e di sua moglie Nuša Lapajne, figlia di Spazzapan, che nel 2011 ha fatto dono alla casa-museo di Veno Pilon di alcuni lavori del padre. Luigi Spazzapan emerge così nella ricerca incessante di soluzioni espressive personali, originale nella grande libertà di tratto e nel colore. Partito dal futurismo, dopo essersi avvicinato ai modi dell'espressionismo tedesco approderà nel suo ultimo periodo ad uno stile informale. Belle, in mostra, le vedute di Torino, con il parco del Valentino e il Po, il dinamismo della serie dei Cavalli, gli autoritratti e i ritratti dell'amata compagna Ginia, che richiamano la maniera di Matisse.
L'esposizione, a corredo della quale è prevista la pubblicazione di un catalogo in sloveno e in italiano, si visita fino al 5 settembre.