Che cosa ha dunque sottolineato il titolare del Ministero della cultura, Vasko Simoniti, alla commissione di audizione che ne doveva valutare il programma. Ha rimarcato innanzitutto i risultati raggiunti durante il suo precedente mandato da ministro, negli anni 2004-2008, ed i cui effetti a suo avviso perdurano a tutt'oggi. In sintesi, si tratta dell'accoglimento di una serie di nuove leggi: sulla Radiotelevisione pubblica, sui media, sugli archivi, mentre sul fronte degli investimenti, ha ricordato quelli in favore dell'Opera di Lubiana, della Galleria d'arte moderna, della Cineteca, dell'Ospedale partigiano Franja e del Teatro di Maribor. In prospettiva Simoniti guarda alle sfide che deriveranno dall'ormai prossima presidenza della Slovenia del Consiglio dell'Unione europea. Sul piano interno vede come indispensabile l'accoglimento del nuovo Programma nazionale di sviluppo culturale, mancante da ormai tre anni. Si tratta di un documento molto importante perché viene a considerare dall'aspetto organizzativo e dei contenuti l'insieme delle attività culturali che si svolgono in Slovenia. In qualità di ministro si impegnerà inoltre per nuove forme di investimento nella cultura, favorendo le sponsorizzazioni ed i finanziamenti privati, in quanto non è sufficiente far affidamento unicamente sulle risorse pubbliche. Da quest'ottica intende attingere quanto più alle risorse del fondo di coesione europeo e valorizzare le buone prassi relative alla cooperazione europea e progettualità in campo culturale.
Miro Dellore