Tra i più colpiti dalla crisi globale e perlopiù privi di ammortizzatori sociali, gli operatori culturali e artistici provano a ripensare il loro lavoro e il loro ruolo alla luce degli stravolgimenti imposti dal Covid-19, esplorando nuovi modi per incontrare il pubblico e per dare continuità alla loro presenza. In una delle loro ultime newsletter gli autori di Juliet osservano come in queste giornate di forzata sospensione e isolamento ci si senta tutti un po' orfani del mondo artistico cui eravamo soliti accedere. In piena emergenza curatori, gallerie e istituzioni cercano di tenere vivo con tutti i mezzi offerti da internet e dai social network la gratificante pratica degli appassionati. Immersi in un limbo incerto tra il vuoto e l'overdose mediatica anche Juliet è convinta »sia importante continuare a parlare di arte, nella speranza di poter presto riprendere a guardare e a confrontarci dal vivo«. Due parole ancora sulla rivista e sul suo importante anniversario: Juliet è una rivista d’informazione e teoria strettamente dedicata alle espressioni artistiche contemporanee: arte, moda, architettura, design, fotografia, fumetto; è stata fondata nel 1980 ed è diretta da Roberto Vidali. Roland Marino è invece il presidente dell’Associazione Juliet, che sostiene la vita e l’organizzazione dell’omonima rivista e la sua attività espositiva. Dal dicembre 1980, quando è uscito il numero zero, sono stati pubblicati circa 250 fascicoli della rivista, circa 40 numeri speciali, mentre il marchio Juliet ha prodotto appuntamenti epocali per la città di Trieste: mostre collettive e personali di grande richiamo, frutto anche dell’entusiastica collaborazione di artisti, galleristi, critici e di altri attori del panorama culturale italiano e transfrontaliero. (miro dellore)
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