A comporre il percorso espositivo sono più di cinquanta opere degli ultimi decenni, scelte dalle collezioni gestite dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale, che danno vita a un allestimento non cronologico o tematico, ma che sottolinea continuità e pause nella produzione di artisti che hanno segnato la storia dell’arte nel Friuli Venezia Giulia e oltre. L’impostazione voluta dai curatori valorizza un dialogo tra le opere anche nel segno di possibili inedite rivelazioni innescate dagli ambienti in cui vengono proposte. Il risultato sono opere molto importanti che testimoniano l’attaccamento dell’artista al territorio e all’ente pubblico: ogni opera parla dell’artista e crea un’atmosfera di mistero intorno ad essa. L’astrattismo gestuale di Afro dialoga con i dipinti di Celiberti e di Mario Di Iorio, le geometrie di Getulio Alviani fanno riscontro a quelle di Ciussi e Saffaro, un rosone di sassi di Nane Zavagno si contrappone al diroccare di pietre da una montagna di Mušič. Il tempo sospeso delle fotografie di Sergio Scabar, che emergono dal buio di una nicchia, si confronta con l’alterità primordiale ed espressiva delle sculture di Stefano Comelli mentre al carattere più intimo delle composizioni di Dora Bassi e Gianna Marini si contrappone l’esuberanza dell’opera di Miela Reina. Una mostra che si presenta come riscoperta di uno spazio espositivo, ma anche delle collezioni regionali e della vitalità culturale del Friuli Venezia Giulia. L’accesso al Magazzino delle Idee è consentito nel rispetto delle regole di sicurezza in vigore e del distanziamento fra i visitatori.
Miro Dellore