William Shakespeare non è stato solo l'immenso drammaturgo che tutti conoscono, ma anche un poeta che ha cantato in versi di eterna bellezza la vita, l'eros, l'amore in tutte le sue forme. Dei suoi 154 "Sonetti", usciti nel 1609 senza autorizzazione dell'autore, la maggior parte sono dedicati a un uomo giovane e bello mai nominato ("Fair Youth"), gli altri a una misteriosa "Dark Lady". Con la traduzione di questo canzoniere privato si sono cimentati i più grandi, da Ungaretti a Edoardo Sanguineti. Mauro Sambi, poeta colto ed elegante, si misura nella trasposizione di "Quattordici sonetti", resi in un italiano alto che rincorre la forma e l'aura sonora dell'originale con esiti di notevole efficacia.
"Una sfida, indubbiamente, questa traduzione", racconta Sambi, "una sfida però al quale sono allenato da molto tempo, avendo cominciato a tradurre i sonetti di Shakespeare già dal 1995. Ciò che mi interessa soprattutto è l'aura sonora dei componimenti, per la loro estrema eleganza. Sono versi che hanno un'aura regale anche quando sono ironici. E mi interessa rispettare la forma dell'originale, reiventandola in italiano per dire qualcosa di mio".
La particolarità dell'edizione Ronzani consiste nell'accostamento delle versioni italiane di Sambi alle reinvenzioni in veneziano - un veneziano dalla patina antica - della poetessa Isabella Panfido. "Ci siamo conosciuti una decina di anni fa a un festival di poesia e abbiamo scoperto subito di essere entrambi appassionati dei sonetti scespiriani. Così è cominciato questo gioco di doppia traduzione. C'era un piccolo nucleo di sonetti già tradotti da entrambi che abbiamo espanso nel tempo, e questa plaquette che presentiamo domani all'Ateneo Veneto è uno degli esiti".
Mauro Sambi, nato a Pola nel 1968 e oggi professore di chimica all'Università di Padova, conserva un forte legame con l'Istria, dove di recente ha contribuito a fondare il gruppo "La pergola della poesia". Ne fanno parte, oltre a Sambi, Loredana Bogliun, Gaetano Benčič e Laura Marchig. "Il proposito che anima il gruppo? Mostrare che la poesia in lingua italiana, nella comunità nazionale italiana in Croazia e Slovenia, è ancora viva e vitale; e dimostrarlo sperimentalmente portandola a diretto contatto con la gente nelle Comunità degli italiani".