Recenti scavi nella chiesa di Dolnje Cerovo (Cerò di Sotto), nel Collio sloveno, hanno portato alla scoperta di un'interessante necropoli.
Dopo il lavoro degli archeologi, il Museo di Nova Gorica ne ha fatto una mostra, "Ad sanctos". Mostra che ora è approdata al Regionale di Capodistria, dove si amplia con una sezione locale.
Ad sanctos, ossia vicino ai santi. Nella Chiesa primitiva indicava la consuetudine dei cristiani di farsi seppellire accanto alle tombe dei martiri, o in mancanza di un corpo santo, vicino a delle reliquie, nella convinzione che questa posizione privilegiata consenta di essere meglio patrocinati al momento del giudizio divino. Una pratica che si prolungherà nel Medioevo. A partire dall'ottavo, nono secolo, in Occidente quasi ogni chiesa è un cimitero e quasi ogni cimitero è dentro o nei pressi di una chiesa. In quella di San Leonardo a Dolnje Cerovo, nel Collio sloveno, lavori connessi ai cedimenti del pavimento del presbiterio gotico hanno portato alla luce decine di scheletri, concentrati in un perimento di pochi metri quadrati: una piccola necropoli, a più di un metro e mezzo di profondità, in uso dall'undicesimo al quindicesimo secolo.
L'eccezionalità del ritrovamento, che ha sorpreso gli stessi archeologi, è dato dal particolare tipo di sepoltura. Gli scheletri, sepolti con il capo rialzato e le gambe rivolte a est, associato nel Cristianesimo a Cristo-Sole nascente, hanno il cranio protetto da due o tre lastre di pietra, con le due laterali infisse nella terra: una modalità che costituisce un unicum in Slovenia, mentre in Italia è rappresentata soprattutto in siti basso medievali toscani.
Documenta tutto questo una bella mostra con testi in sloveno, italiano e inglese realizzato dal Goriški muzej, il museo di Nova Gorica, a cura di Teja Gerbec, ora nella galleria del Regionale di Capodistria. Per l'occasione il museo capodistriano ha integrato l'allestimento con una sezione locale, dedicata agli scavi di Figarola e di Carcase. Regina di questa parte della mostra, curata dall'archeologo Radovan Cunja, è una copia della celebre stele che da Carcase prende il nome, misterioso monolite che gli studiosi hanno variamente datato e interpretato. L'esposizione rimane aperta fino al 2 giugno.
Ornella Rossetto