Un Rinascimento tutto da scoprire. L'appuntamento è al MEIS di Ferrara, che dopo la mostra d'inaugurazione, nel 2017, sui "Primi mille anni dell'ebraismo italiano", affronta ora uno dei periodi più importanti e di maggior prestigio della storia culturale della Penisola. Svelando della grande stagione rinascimentale un aspetto del tutto originale, la presenza degli ebrei e il fecondo dialogo culturale con la cultura cristiana. Nel percorso espositivo, opere che appartengono a pieno titolo al patrimonio culturale ebraico come i belllissimi manoscritti miniati o gli oggetti usati nella liturgia sinagogale si affiancano a capolavori di alcuni grandi maestri della pittura italiana del tempo, dove spuntano a sorpresa scritte e dettagli iconografici che testimoniano gli incroci e gli scambi culturali che caratterizzarono la società cristiana ed ebraica in Italia fra Quattro e Cinquecento, prima dell'istituzione dei ghetti da parte di papa Paolo IV nel 1555. Così a far bella mostra di sé fino al 15 settembre è anche la rappresentazione della "Natività della Vergine" dipinta nel 1502 da Vittore Carpaccio per la Scuola degli Albanesi a Venezia e oggi conservata nella Pinacoteca dell'Accademia Carrara a Bergamo: la Nascita di Maria è raffigurata dal pittore veneto in un interno domestico rinascimentale dove compare, appesa alla parete, una tabella con versetti biblici in ebraico. Mentre nella "Sacra famiglia" che Andrea Mantegna realizzò nel 1504 per la propria cappella funebre nella basilica di Sant'Andrea a Mantova, Giuseppe porta sul capo una fascia con la parola ebraica "av", 'padre'. E sempre nel campo della pittura altre affascinanti opere in cui la "lingua santa" è al centro dell'immagine, documentando un interesse che diventa spunto artistico. (or)
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