Biagio Marin, il poeta di Grado, l'autore de "I canti de l'Isola", scomparso nel 1985, ha amato molto l'Istria, una terra che sentiva sua per averla conosciuta fin da bambino, navigandone spesso le coste con il trabaccolo del padre, e poi negli anni da studente presso le Scuole Reali di Pisino. Un legame intimo e profondo diventato tema di poesia con la pubblicazione, nel 1963, delle "Elegie istriane", che mentre tratteggiano quel mondo dopo la frattura del grande esodo della popolazione italiana, ne suggellano la fine e ne testimoniano il dramma. E ancora, alcune bellissime pagine in prosa , in cui ha evocato questa "terra appartata", il suo mare e i suoi paesaggi, "preambolo melodioso - sono parole sue - al paradiso".
A Biagio Marin rende ora omaggio una mostra presentata dall'Università popolare di Trieste, "Semo una carne sola", personale dell'artista gradese Gianni Maran dedicata al poeta che si inaugura oggi a Casa Tartini di Pirano, dopo una precedente tappa a Umago.
Considerato uno degli artisti più significativi del Friuli Venezia Giulia, Gianni Maran coltiva sin da giovanissimo la passione per la pittura. Risale alla fine degli anni Settanta il suo incontro con Biagio Marin, che gli aprirà nuovi orizzonti creativi dando inizio a una ricerca artistica legata alla sua isola e al suo rapporto con il mare.
L'esposizione porta con sé tutte le poetiche e le caratteristiche oniriche dell'Isola d'Oro, che ne è la protagonista incontrastata con la grande espressione poetica di Biagio Marin e le storie raccontate su tela da Maran. Dipinti che hanno come motivo ricorrente i pesci, concepiti non solo come una porzione di natura che fluttua nell'acqua, ma come un involucro seducente di significati. Opere nelle quali, come fa notare il critico Renzo Grigolon, "ciò che maggiormente attrae è il gioco sapiente dei colori e delle composizioni misurate con maestria".
Gianni Maran sarà presente all'inaugurazione e nell'occasione leggerà alcune liriche mariniane.