Più di un secolo di arte femminile, dalla pittura e la scultura di impronta classica fino ai media dell'espressione artistica contemporanea, comprese installazioni e video performance. Ottanta opere di 54 autrici, tutte legate in vario modo alla capitale croata, per esserci nate o vissute, o per avervi studiato all'Accademia di belle arti, animano la mostra "Zagabria, la città delle artiste", realizzata da una storica istituzione espositiva zagabrese, il Padiglione d'arte (inaugurato nel 1898), e approdata a Trieste nel solco di un consolidato rapporto culturale tra il capoluogo giuliano e la capitale.
Progettata per la primavera 2020, poi rinviata causa Covid e i danni subiti dal Padiglione nel terremoto che ha colpito la Croazia, racconta oggi a Trieste la parabola dell'arte croata dalla fine dell'Ottocento ai nostri giorni attraverso un itinerario specificamente dedicato alle donne. Si parte dalle pioniere, come Anka Bestall, Sonja Kovačić-Tajčević o Slava Raškaj, quest'ultima presente con un bellissimo acquerello del 1899 raffigurante Le ninfee dell'orto botanico, per arrivare ad artiste più profondamente immerse nell'avanguardia e nel modernismo e a nomi dell'arte contemporanea riconosciuti a livello internazionale come Sanja Iveković (considerata in assoluto come una delle principali artiste dell'ex Jugoslavia) o Vlasta Delimar.
L'arte al femminile ha stentato molto a ottenere un riconoscimento nella società, ma oggi le artiste non sono più emarginate, fa osservare la direttrice del Padiglione Jasminka Poklečki Stošić. Anche se, aggiunge, è un dato di fatto che in Croazia di sola arte è difficile vivere, un problema che riguarda molte artiste così come molti artisti.