Nata come casa editrice di saggistica, la ligure Oltre quando ha deciso di aprirsi alla narrativa l'ha fatto con lo sguardo rivolto a Est. Un territorio editorialmente parlando poco esplorato in Italia ma che può vantare una serie di autori per più ragioni interessanti. È nella collana Oltre confine che appare ora "Una vita in secca", nuovo romanzo di Aljoša Curavić, giornalista che da sempre ha la passione per la letteratura e la scrittura letteraria (è anche poeta premiato a Istria Nobilissima). Un libro in cui Curavić torna a parlare dell'identità di frontiera, o della 'psicopatologia' dell'identità di frontiera, come ha detto a Palazzo Gravisi l'editor e curatore della collana Diego Zandel, scrittore di origine fiumana che da esule ha una particolare sensibilità verso questi temi. "È un volume che si fa apprezzare perché ha mille letture, io mi sono ritrovato molto nel discorso sulla frontiera e sull'identità", spiega Zandel, "anche se le nostre sono due frontiere diverse. La sua fisica, dove Curavić vive come italiano di lingua e di cultura il cambiamento dall'esterno, perché c'è una trasformazione della società. La mia frontiera cominciava al di là del campo profughi".
Una trasformazione della società, e della stessa città, Capodistria, che sta perdendo a poco a poco la sua fisionomia - come ha poi evidenziato nel corso della presentazione Irena Urbič proponendo la traduzione del libro in lingua slovena - ed è protagonista anch'essa di questo denso romanzo che racconta un breve viaggio di un medico veneziano, di origini istriane, sparito in un incidente aereo, intrecciando alla storia principale altre storie, come in un polittico.
Un racconto d'invenzione con quel poco o quel tanto di autobiografia che c'è in ogni scrittore, "Una vita in secca" di Aljoša Curavić? "Sì, certo", dice l'autore.
"Io penso che la funzione del romanzo oggi sia quella di veicolare sì storie di fantasia ma nel contempo di inserire all'interno di queste storie di fantasia elementi di realtà che facciano riflettere. E nel mio romanzo si possono riconoscere aspetti di vita, costume, politica che ci riguardano da vicino".
Ornella Rossetto