La scrittura come "trucco per tenere a freno l'angoscia", per impiegare questo tempo sospeso, per non "perdere ciò che l'epidemia ci sta svelando di noi stessi". Così, nelle parole dello stesso autore, è nato "Nel contagio" di Paolo Giordano, un piccolo libro appena uscito in Italia e già arrivato o in arrivo in numerosi altri Paesi d'Europa, in America, nel Regno Unito e in Giappone. Non un romanzo, ma una riflessione in corso d'opera su come la pandemia abbia cambiato le abitudini e la vita in Italia e nel mondo e messo improvvisamente la normalità in pausa. Come in un diario, dalla fine di febbraio alla prima settimana di marzo, lo scrittore giunto alla notorietà non solo nazionale con il romanzo "La solitudine dei numeri primi", un dottorato in fisica, mostra la faccia del "primo virus nuovo a manifestarsi così velocemente su scala globale". Un virus che ci svela "qualcosa che prima sapevamo ma faticavamo a misurare", la complessità del mondo che abitiamo e la molteplicità di livelli che ci collegano gli uni agli altri. "Nel contagio - ci dice l'autore - siamo un organismo unico. Nel contagio torniamo ad essere una comunità", dove ognuno di noi ha delle responsabilità nei confronti degli altri. Dovrebbe essere una lezione anche per il futuro.
Insieme allo scrittore nel libro c'è lo scienziato. "Quanto sta accadendo con la Covid-19 accadrà sempre più spesso. Perché il contagio è un sintomo. L'infezione è nell'ecologia", nelle scelte del nostro mondo globalizzato.
"Contare i giorni. Acquistare un cuore saggio. Non permettere che tutta questa sofferenza trascorra invano", è il pensiero consegnato ai lettori. Paolo Giordano ha destinato i suoi proventi delle vendite alla creazione di due borse di studio presso la Sissa di Trieste per lo svolgimento di ricerche sulle epidemie.
Ornella Rossetto