Docente emerita dell'Università di Pola, linguista e saggista, Nelida Milani è approdata tardi alla narrativa, "dopo i 45 anni, là dove molti smettono", saltando "sull'ultima carrozza, quando le storie non potevano più aspettare". Sono parole della stessa scrittrice, tratte dalla 'nota di poetica' che apre la sua "Cronaca delle Baracche", una raccolta in cui ritrovare tutti i racconti - compresi diversi inediti - di un'autrice di forte originalità, intimamente legata alle vicende dell'esodo istriano e ai destini dei 'rimasti'.
Erano quelle le storie, "radicate nella nostra terra", che non potevano più aspettare, pena l'oblio, messe su carta in nome di una battaglia culturale, della difesa di una memoria e di una identità, perché "scrivere, raccontare è l'estremo atto di resistenza della nostra diversità". Ciascuno dei tre volumi dell'opera, che rimanda nel titolo al rione popolare di Pola dove la scrittrice è sempre vissuta - "il centro di osservazione del suo mondo", per citare il curatore Mauro Sambi - , ha una propria impronta tematica. "Agnus Dei", che fa seguito ai racconti di "L'Osteria della Parenzana", esplora il tema della guerra. È la scia di sangue e di violenze che ha caratterizzato la storia dell'Europa e dell'Istria quella che Nelida Milani indica ai lettori, dal secondo conflitto mondiale, all'esodo alle più recenti guerre balcaniche. Mentre il terzo volume, "La partita", in libreria nel mese di giugno, offrirà uno sguardo - lucido, disincantato e ironico, com'è nel suo stile - sulla vita quotidiana degli italiani rimasti in Istria e a Fiume dopo il 1947, "le difficoltà, i blocchi emotivi, le paure, ma anche - riassume Sambi - l'estrema vitalità della minoranza".
Letta e apprezzata in Italia a partire dall'esordio con "Una valigia di cartone" (Sellerio 1991, Premio Mondello), autrice con Anna Maria Mori di "Bora", divenuto un classico della letteratura dell'esodo, Nelida Milani ha pubblicato sin qui con vari editori. "Cronaca delle Baracche", che esce con Ronzani, ne rende ora nuovamente disponibile per un pubblico ampio l'intera produzione narrativa, e si inserisce in un progetto di diffusione della letteratura degli italiani dell'Istria e di Fiume del secondo dopoguerra avviato dall'editore vicentino.
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