Si accende il dibattito sulle bozze di legge, 3 in tutto che, se approvate, cambieranno parecchio il mondo dei media in Slovenia. Oltre alle modifiche di quella sulla Radiotelevisione di Slovenia, il Ministero della Cultura ha messo a punto anche quelle sui media in generale e sulla STA, l'agenzia di stampa slovena. Dal Ministero non arrivano spiegazioni aggiuntive, in quanto le proposte sono ancora in fase di armonizzazione all'interno della coalizione e tra i dicasteri. Sulla questione si è soffermato il direttore generale di RTV Slovenia, Igor Kadunc, sul portale digitale MMC; modifiche, dice, che comportano tagli ai finanziamenti dell'ente pubblico, con l'8 percento del canone che verrebbe dirottato per finanziare altri media. RTV Slovenia perderebbe inoltre la rete di trasmettitori, che verrebbe trasferita ad una nuova società economica di proprietà statale. In questo modo, sono parole del direttore generale Kadunc, RTV Slovenia perderebbe fondi per un ammontare tale da decretarne la fine. In questo momento la casa necessiterebbe di ulteriori 8 milioni di euro all'anno per il normale funzionamento; la nuova legge, che avrebbe come conseguenza il dirottamento di parte dei fondi rappresenterebbe come detto un colpo determinante, in quanto l'ente non dispone di riserve. Non si tratta di percentuali e di denaro, ancora Kadunc, bensì di capire se vogliamo o meno una Radiotelevisione pubblica, come siamo riusciti a conservare, o se invece vogliamo rafforzare le TV commerciali. RTV Slovenia ha degli impegni stabiliti dalla legge. Per adempiere a questi obblighi deve avere a disposizione un determinato numero di persone e determinati fondi. Negli ultimi decenni l'ente è sottoposto costantemente ad una sorta di sanamento, con una serie di provvedimenti, rileva Kadunc; ciò significa che non possiamo più ridurre in maniera sostanziale i costi e il personale per la realizzazione dei programmi, se vogliamo mantenere l'ampiezza attuale. Se la politica, così Kadunc, dice di sopprimere i centri regionali, o magari di ridurre l'ampiezza dei programmi regionali, di quelli per le minoranze, si tratta di una decisione politica. Questo però non si può fare da un momento all'altro, si tratta di interventi radicali nel servizio pubblico che finora in Slovenia è stato relativamente molto buono, conclude Kadunc.

Delio Dessardo

Foto: Radio Slovenija
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