Dalla A di Agatone, che a Giustinopoli, l'odierna Capodistria, nacque nell'anno 673 o 675, fu patriarca di Grado e poi vescovo di Aquileia; alla Z di Vittorio Italico Zuppelli, ministro della Guerra e senatore del Regno d'Italia, nato nel 1859. E in mezzo altri trecento nomi di concittadini o personaggi comunque legati a Capodistria più o meno illustri e conosciuti, che si sono distinti nei campi più diversi, arrivando fino all'oggi.
Nel "Piccolo dizionario biografico dei Capodistriani" opera della bibliotecaria Nicoletta Casagrande - un libro bello anche solo da sfogliare, per le molte fotografie - si potranno trovare notizie sulll'illuminista Carli e sul medico Santorio, sui due Carpaccio (Vittore e il figlio Benedetto, anche lui pittore), sui letterati Girolamo Muzio e il più tardo Girolamo Gravisi, sui due Vergerio (l'umanista il Vecchio e il vescovo riformatore il Giovane), insieme a molti altri intellettuali che hanno meritato a Capodistria l'antico blasone di "Atene dell'Istria". Né sono stati dimenticati, per il Novecento, lo scrittore Pier Antonio Quarantotti Gambini o il critico Bruno Maier, Francesco Semi o Nazario Sauro, che perse la vita per l'ideale della patria.
Accanto alle celebrità sfilano tante personalità minori, o meno note, ma comunque sorprendenti. Anche femminili: Thea Almerigotti, nata a Capodistria nel 1895, fu stilista e moglie del sindaco di New York Fiorello La Guardia, mentre nel Settecento Teresa Barbabianca tenne un salotto di lettura e musica e fu musicista lei stessa. Figlia illustre di Capodistria (per ascendenze paterne) è in parte Adelaide Ristori, gran diva del teatro italiano dell'Ottocento. Giungendo a tempi più vicini a noi, una scheda è anche dedicata a Lino Cernaz, popolare presidente della Comunità degli italiani "Santorio Santorio" dal 1998 fino alla prematura scomparsa nel 2009.
Nicoletta Casagrande così spiega il motivo che l'ha spinta a intraprendere la stesura di questo dizionario, che ha incontrato il sostegno della Can e della Biblioteca centrale di Capodistria, editori del volume: "una forma di rispetto verso la città e l'intento di far conoscere i grandi personaggi che nel corso dei secoli ne hanno plasmato l'identità".