Il capolavoro, il pezzo più importante, la splendida pala d'altare con la Madonna in trono col Bambino e santi, realizzata nel 1518 da Vittore Carpaccio e spostata in Italia come tante altre opere istriane nel 1940 per preservarla dai rischi della guerra, resta, almeno per ora, a Padova, al Museo Antoniano. Ma intanto i frati minori piranesi si vedono restituire qualcosa dalla Slovenia: le tele che nel 1954, all'epoca della confisca del convento, vennero affidate al Museo del mare di Pirano e al Regionale di Capodistria. Diciotto dipinti dal Sei all'Ottocento firmati da maestri locali, friulani e veneti, per lo più raffigurazioni sacre, ma anche ritratti di frati e di pontefici, rimasti nei depositi per oltre sessant'anni e ora esposti in una mostra permanente nell'ex chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, la parte più antica del complesso francescano di Pirano, antecedente la stessa costruzione del convento che risale ai primi del Trecento. La si è voluta intitolare, questa mostra, "Finalmente a casa", come hanno suggerito i frati, rientrati in proprietà di una raccolta di notevole valore storico, in parte derivante da acquisizioni avvenute nell'Ottocento in seguito alla soppressione di altri conventi dell'Istria voluta da Giuseppe II imperatore d'Austria o di età napoleonica. Dipinti che vanno ad aggiungersi ad un precedente, piccolo lotto di opere restituite in anni recenti ai francescani dal Museo del mare, mentre altri cinque quadri entrati nelle collezioni dei due musei continueranno - a quanto pare in via definitiva - a impreziosire il piano nobile di Palazzo Gabrielli, e a Capodistria quello di Palazzo Belgramoni-Tacco.
L'allestimento dell'esposizione in Santa Caterina si inserisce nell'ambito delle celebrazioni dell'Anno del Carpaccio, calendario di eventi per il cinquecentenario della grande opera eseguita dall'artista veneziano per la chiesa di San Francesco a Pirano: un anniversario che in regione ha riaperto il dibattito sulla questione delle tele trasferite in Italia negli anni della seconda guerra mondiale e mai tornate nei luoghi di origine. Il convegno finale di dicembre sarà l'occasione per fare il punto sull'argomento.