Nel nome di un maestro che ha fatto la storia del cinema sloveno il debutto di Portorose 25.
A cinquant'anni dalla scomparsa di František Čap, il festival ha reso omaggio al regista di origine ceca che scelse proprio questi luoghi come seconda patria con la proiezione, in versione restaurata e digitalizzata, di quel piccolo-grande classico che è il suo "Vesna", in assoluto uno dei film più visti e amati del cinema sloveno, girato nel 1953. Una commedia romantica ancora godibilissima che portò una ventata di freschezza e di novità in un panorama cinematografico allora dominato dal film di guerra resistenziale. Non lontano dall'Auditorium, sede principale del festival, c'è la villa che è stata fino al 1972, l'anno della morte, la casa di Čap. E gli stessi premi "Vesna" che saranno assegnati domenica nella cerimonia di chiusura si richiamano a quel film.
Intanto ieri sera è stato consegnato il riconoscimento Badjur alla carriera, andato quest'anno a Milena Zupančič, attrice cult della scena slovena e prima jugoslava a cui si devono interpretazioni rimaste nella memoria collettiva, che è stata accolta da un lunghissimo applauso in piedi di tutto il pubblico. Solare e sempre bellissima, ha confidato: "Se sono diventata quella che sono, lo devo in particolare al regista Matjaž Klopčič e alla mia truccatrice".
Venendo al programma, sono oltre un centinaio, tra film, documentari e cortometraggi, le nuove produzioni (o coproduzioni) che verranno presentate nei sei giorni del festival, oltre la metà in concorso. Tanto bel cinema, ma il settore in Slovenia resta sottofinanziato, come ha detto il direttore artistico Bojan Labović. In gara sette lungometraggi di fiction: il primo sarà questa sera, nuovamente all'Auditorium di Portorose, "Orkester" (Orchestra) di Matevž Lužar, passato anche al Trieste Film festival. Un film molto sottile e ironico che ci porta in un lungo viaggio in autobus, quello che compiono gli allegri membri di una banda di ottoni slovena per esibirsi in una cittadina austriaca. Ma non tutto andrà come previsto. Al Monfort, fuori concorso, un documentario che già molto ha fatto parlare di sé: "Sarajevo safari" di Miran Zupanič, un docufilm - con testimonianze e video girati durante l'assedio della capitale bosniaca - che ha rilanciato il caso dei 'cecchini per divertimento', ricchi stranieri che avrebbero pagato per esercitarsi nel tiro al bersaglio su civili inermi.
Infine segnaliamo, sempre oggi, una proiezione speciale, "Ogni bella storia è una storia d'amore", omaggio al noto e premiato regista croato Rajko Grlić, proclamato "amico del cinema sloveno" di questa venticinquesima edizione del festival cinematografico di Portorose.