È tempo di ricordare Veno Pilon, nato nel 1896 " ad Ajdovščina, in Haidenschaft, in Aidussina ... sul confine tra Est e Ovest, tra la Provincia del Litorale e la Carniola", come scriverà egli stesso nella sua autobiografia. Friulano il padre, originario di Mossa. In paese la famiglia gestiva un forno, oggi convertito in galleria d'arte: la Pilonova galerija, dove si conserva un'importante collezione di opere, frutto del lascito del figlio dell'artista, Dominque, all'indomani della morte di Veno Pilon, avvenuta nel settembre del 1970.
Formatosi tra Praga, Firenze e Vienna dopo gli iniziali studi a Gorizia dove strinse amicizia con Luigi Spazzapan, Pilon cominciò ad esporre giovanissimo, dedicandosi all'incisione, al disegno e soprattutto alla pittura, e prendendo anche parte alla Biennale di Venezia del 1924. Agli anni Venti risalgono alcune delle sue opere più note e apprezzate, che lo collocano tra i principali protagonisti della pittura modernista e ne fanno uno dei maggiori interpreti dell'espressionismo sloveno. I soggetti preferiti sono i ritratti, le nature morte e i paesaggi, di cui alla Pilonova galerija si possono ammirare alcuni significativi esempi. Nel 1930 Veno Pilon si trasferì stabilmente a Parigi, dove continuò per alcuni anni a dipingere per poi orientarsi verso la fotografia. Celebre è in particolare la serie di ritratti fotografici di alcuni grandi artisti tra cui De Pisis, De Chirico, Campigli. Un aspetto della sua produzione che è stato valorizzato solo di recente.
Nel 1963 Pilon, morta la moglie, fece ritorno ad Aidussina vivendovi i suoi ultimi anni.
In occasione del cinquantenario della scomparsa una mostra-omaggio all'artista con lavori provenienti dalla Pilonova galerija è stata inaugurata in questi giorni a Murska Sobota, dove rimarrà allestita per tutta l'estate ( Veno Pilon, Galerija Murska Sobota, fino al 25 agosto).
Ornella Rossetto