Un aspetto certo poco conosciuto dai più, e per questo tanto più interessante, il ruolo che le riviste letterarie hanno avuto nei processi di democratizzazione dell'est Europa tra gli anni Sessanta e Novanta del Novecento. A indagarlo è ora il progetto europeo LitMag (come Literary Magazines), nato dalla collaborazione fra enti e istituzioni di sei Paesi aderenti alla UE, e sfociato in una mostra itinerante la cui prima tappa è al Museo di storia contemporanea di Lubiana, dove l'esposizione si visita fino al 6 novembre. La mostra toccherà poi Polonia, Austria, Ungheria e Lituania, per arrivare a Trieste a fine 2023. L'ateneo del capoluogo giuliano è infatti con il Centro di ricerche scientifiche di Capodistria fra i partner di LitMag.
Il dato particolarmente rilevante, dal nostro punto di vista, consiste nell'attenzione riservata all'interno del progetto alla rivista dell'Edit "La battana", che si pubblica a Fiume interrottamente dal 1964, e a cui fin dagli inizi è affidato il compito di testimoniare la presenza, sul territorio, di una cultura italiana specifica, della sua produzione letteraria, facendosi allo stesso tempo strumento di dialogo e di confronto con altre realtà. Una linea ideale tracciata dai padri fondatori, Eros Sequi, Lucifero Martini e Sergio Turconi, che diressero la rivista sino al 1989, e abbracciata da quella giovane redazione che quindi ne prese il posto e percepiti i segnali di cambiamento, accolse nelle pagine della "Battana" anche questioni politiche e sociali, sociologiche e filosofiche, di grande importanza per la Comunità nazionale italiana.
Un ruolo, quello dello storico trimestrale di Fiume, che nel progetto è accostato all'esperienza di altri due periodici dell'area alto adriatica, le riviste triestine Zaliv e Most, animate entrambe da intellettuali della minoranza slovena, che hanno però cessato da tempo le pubblicazioni.