L'Istria è caratterizzata da una straordinaria varietà di tradizioni linguistiche e dialettali, un'area plurale dove si intrecciano da secoli idiomi di matrice latina e di matrice slava, e la sua storia linguistica non si può comprendere appieno se non attraverso uno sguardo d'insieme.
Lo sapeva bene Goran Filipi, professore nell'ateneo di Pola (ma aveva insegnato anche a Lubiana, Capoditria e Zara), italianista, romanista, e soprattutto dialettologo, a cui si devono tantissime e importanti pubblicazioni scientifiche dedicate di volta in volta alle parlate venete o a quelle istriote, ai dialetti sloveni e a quelli čakavi, e naturalmente all'istrorumeno, dei quali Goran Filipi era considerato uno dei maggiori esperti in assoluto.
In sua memoria esce ora il volume "Kontaktna dialektologija med Alpami in Jadranom" (ossia "Dialetti in contatto fra le Alpi e l'Adriatico"), una miscellanea di studi offerti da allievi, colleghi e amici e altri valenti linguisti sloveni e croati, con un apporto anche da Austria e Svizzera. L'opera, edita a Capodistria da Libris con il contributo della Facoltà di Studi educativi dell'Università del Litorale, è a cura dell'allieva Suzana Todorović e di Barbara Baloh.
Ampio il ventaglio degli argomenti trattati, che rispecchiano gli interessi e gli orientamenti di ricerca che furono del professor Filipi. Così, tra gli altri, Alberto Giudici e Barbara Buršič-Giudici propongono un 'assaggio' del futuro dizionario della varietà dell'istrioto parlata a Sissano, mentre Suzana Todorović si occupa del dialetto di Capodistria a fine Ottocento. Altri studi riguardano le strategie linguistiche messe in atto dai parlanti bilingui, e nello specifico il ricorso a quello che proprio con Goran Filipi viene definito uno 'pseudoprestito', che a differenza del prestito vero e proprio ha una natura occasionale.