Lo diceva anche Italo Calvino che le fiabe sono vere. Che sono, "prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita". Ecco perché, anche se siamo abituati a considerarle una lettura per bambini, le fiabe con il loro mondo incantato sono per tutti, grandi e piccoli. Ed è bello per una volta vederle a teatro in uno spettacolo pensato per gli adulti, come quello lo Stabile sloveno di Trieste mette in scena da domani con il consueto ausilio di sovratitoli italiani: "Leggende e racconti dei colli Gorjanci", tratto da una raccolta di Janez Trdina, scrittore ed etnografo sloveno che a fine Ottocento immortalò quella catena di monti ricoperti di boschi a cavallo del confine tra Slovenia e Croazia, rielaborando i motivi della tradizione popolare che le comunità del luogo si tramandavano da generazioni. Fate, licantropi, fonti miracolose, uccelli dalle penne d'oro, uomini acquatici e donne silvane popolano quelle narrazioni. Creature misteriose e bizzarre che animano vicende non sempre a lieto fine, come avviene nelle fiabe classiche, spesso all'apparenza crude, con le loro estremizzazioni del bene e del male.
La regista Maruša Kink ha spiegato di aver evitato attualizzazioni, per mantenere piuttosto "la magia del mondo che fu e che probabilmente non ci sarà più. Come le fate, che secondo Trdina hanno abbandonato i colli Gorjanci quando i cristiani hanno iniziato ad aggredire i cristiani. Ne rimase una sola, poi per malinconia si trasformò in neve".
Quasi interamente femminile il team dello spettacolo, interpretato dalle attrici Nataša Keser, Urša Kavčič e Zvezdana Novaković. Rappresentazioni al teatro di via Petronio a Trieste fino al 18 marzo.